Trigliceridi
Diabetologia cardiovascolare volume 21, numero articolo: 68 (2022) Citare questo articolo
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L’indice trigliceridi-glucosio (TyG) è stato identificato come un biomarcatore alternativo affidabile di resistenza all’insulina (IR). Recentemente, un numero considerevole di studi ha fornito solide prove statistiche che suggeriscono che l’indice TyG è associato allo sviluppo e alla prognosi delle malattie cardiovascolari (CVD). Tuttavia, l’applicazione dell’indice TyG come marcatore di CVD non è stata valutata a livello sistemico, e esistono ancora meno informazioni riguardo ai meccanismi sottostanti associati alla CVD. A tal fine, in questa recensione, riassumiamo la storia dell'uso dell'indice TyG come marcatore surrogato dell'IR. Abbiamo mirato a evidenziare il valore di applicazione dell’indice TyG per una varietà di tipi di CVD e ad esplorare i potenziali limiti dell’utilizzo di questo indice come predittore di eventi cardiovascolari per migliorare il suo valore di applicazione per CVD e fornire prove di supporto più ampie e precise.
Le malattie cardiovascolari (CVD) sono una delle principali cause di morbilità e mortalità in tutto il mondo, ponendo gravi sfide per la salute pubblica e imponendo un onere economico ai pazienti [1]. Sebbene siano stati stabiliti diversi fattori di rischio per CVD, tra cui età, sesso maschile, obesità, ipertensione, ipercolesterolemia e diabete, studi recenti hanno dimostrato che anche alcuni individui senza questi fattori di rischio possono sviluppare CVD [2, 3]. Inoltre, nonostante lo sviluppo di tecniche avanzate e la divulgazione delle misure di prevenzione primaria e secondaria, i pazienti con CVD rimangono ad aumentato rischio di eventi cardiovascolari avversi ricorrenti [4]. Pertanto, l’identificazione precoce delle persone a rischio di CVD avrà un notevole significato clinico per migliorare la stratificazione del rischio e la gestione terapeutica.
La resistenza all’insulina (IR) è uno stato di ridotta sensibilità e reattività all’azione dell’insulina ed è stata identificata come un segno distintivo del T2DM, anche prima del diabete per diversi anni [5]. Vi sono prove crescenti che dimostrano che l’IR e i disturbi correlati contribuiscono allo sviluppo di CVD nei soggetti diabetici e non diabetici [6]. È noto che gli individui con IR sono predisposti a sviluppare diversi disturbi metabolici, come iperglicemia, dislipidemia e ipertensione, tutti fortemente associati a scarsi esiti di CVD [7]. Pertanto, l’IR è stata considerata non solo come causa patogena ma anche come predittore di CVD sia nella popolazione generale che nei soggetti con diabete. Pertanto, lo sviluppo di strumenti di screening convenienti e affidabili per rilevare l’IR e prevedere i rischi cardiovascolari è di particolare importanza.
Attualmente non esistono metodi specifici per la determinazione accurata dell'IR. I gold standard del clamp euglicemico per l'insulina e del test di tolleranza al glucosio per via endovenosa sono invasivi e costosi; sebbene siano utilizzati negli studi accademici, non trovano applicazione nella pratica clinica [8]. L'indice HOMA-IR (valutazione della resistenza all'insulina stimata dal modello omeostatico), un mezzo per rilevare la funzione delle cellule β e l'IR, è attualmente ampiamente utilizzato, ma ha un valore limitato nei soggetti che ricevono un trattamento con insulina o in coloro che non hanno cellule β funzionanti. cellule [8]. Per risolvere questa limitazione, è stato sviluppato l’indice dei trigliceridi-glucosio (TyG) che si è dimostrato superiore all’HOMA-IR nel valutare l’IR in individui con e senza diabete [9]. Secondo studi precedenti, questo surrogato semplice, conveniente ed a basso costo non richiede la quantificazione dell’insulina e può essere utilizzato in tutti i soggetti indipendentemente dal loro stato di trattamento con insulina [10]. Inoltre, studi recenti hanno dimostrato che l’indice TyG è un predittore indipendente della prognosi nei pazienti diabetici e non diabetici con CVD, suggerendo la sua potenziale utilità clinica nel predire il rischio cardiovascolare.